
Badante notturna: costi effettivi, contributi e detrazioni fiscali
Quando un familiare anziano o non autosufficiente ha bisogno di sorveglianza e supporto durante la notte, una delle soluzioni più comuni è quella di assumere servizio di assistenza notturna. Ma quanto costa davvero questo servizio? Quali sono le voci che compongono il compenso? E soprattutto: esistono detrazioni fiscali o agevolazioni che possono alleggerire la spesa?
In questo articolo analizziamo nel dettaglio i costi effettivi di una badante notturna, distinguendo tra diverse tipologie contrattuali, orari di lavoro e tipologia di assistenza. Vedremo anche quali contributi previdenziali devono essere versati e come funzionano le agevolazioni fiscali previste per legge.
Tipologie di servizio notturno
Il primo aspetto da chiarire è che non tutte le assistenze notturne sono uguali. Le due principali tipologie sono:
- Presenza notturna: la badante dorme presso l’abitazione dell’assistito ed è tenuta a intervenire solo in caso di necessità.
- Assistenza attiva: la badante resta sveglia durante tutta la notte per sorvegliare costantemente l’assistito, spesso per ragioni sanitarie o comportamentali.
Questa distinzione ha un impatto diretto sul costo: l’assistenza attiva è più onerosa rispetto alla sola presenza.
Quanto costa una badante notturna
Il costo effettivo di una badante notturna dipende da diversi fattori:
- Livello contrattuale applicato (BS, CS, DS secondo il CCNL domestico)
- Numero di ore lavorate settimanalmente
- Presenza di giorni festivi o turni notturni continuativi
- Vitto e alloggio offerti dalla famiglia
- Anzianità lavorativa e competenze specifiche richieste
In media, il costo mensile per una presenza notturna passiva si calcola tra i 600 e 900 euro, mentre per un’assistenza notturna attiva è più realistico prevedere un costo tra i 1.200 e 1.600 euro mensili, comprensivi di contributi e tredicesima.
Naturalmente, queste cifre possono variare in base al territorio, al contratto sottoscritto e alla complessità dell’assistenza richiesta.
Contributi previdenziali e costi indiretti
Quando si assume una badante regolarmente, il datore di lavoro (cioè il familiare dell’assistito) è tenuto a versare i contributi previdenziali all’INPS. Questi contributi coprono:
- Pensione e invalidità
- Assicurazione contro infortuni sul lavoro
- Trattamento di fine rapporto (TFR)
I contributi INPS variano in base alle ore settimanali e alla retribuzione pattuita. A titolo esemplificativo:
- Per un contratto di presenza notturna passiva con 30 ore settimanali, i contributi si aggirano intorno ai 100-130 euro mensili.
- Per un servizio attivo di 40-54 ore settimanali, il costo contributivo può salire fino a 180-220 euro al mese.
Oltre ai contributi, bisogna considerare anche:
- Tredicesima mensilità
- Ferie maturate
- Indennità per vitto e alloggio (se non forniti)
Detrazioni fiscali e agevolazioni
La buona notizia è che è possibile recuperare una parte delle spese sostenute, grazie alle agevolazioni previste dalla legge:
- Detrazione del 19% nel modello 730 per le spese sostenute per l’assistenza a persone non autosufficienti. Il tetto massimo è di 2.100 euro annui, con un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro.
- Deduzione dei contributi versati all’INPS, fino a un massimo di 1.549,37 euro annui.
Queste misure permettono di alleggerire il peso economico dell’assunzione regolare di una badante, oltre a garantire tutele sia al lavoratore che alla famiglia.
Come risparmiare senza compromettere la qualità
Se il costo dell’assistenza notturna ti sembra elevato, considera alcune soluzioni per ottimizzare la spesa:
- Valuta un servizio condiviso tra più membri della famiglia (es. turni alternati di pagamento)
- Richiedi una presenza notturna passiva, se le condizioni cliniche lo consentono
- Attiva solo i giorni più critici della settimana (es. weekend o notti successive a dimissioni)
- Rivolgiti a professionisti già formati e referenziati, evitando di pagare per fasi di prova non produttive
Un buon servizio di assistenza non deve necessariamente essere il più costoso, ma quello più adatto alle reali necessità dell’assistito.
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